È noto che i cani hanno una capacità olfattiva straordinaria.
Essi possiedono all’interno del naso un alto numero di recettori, circa 300 milioni, in grado di distinguere i più svariati odori e di inviare queste informazioni a un’ampia area del cervello, circa il 12,5% della massa totale, che li processa. Basta pensare che l’uomo possiede nelle narici solo 6 milioni di recettori e l’area del cervello relativa è l’ 1% del totale.
Non è conosciuto però se vi sono delle differenze di capacità olfattiva tra i cani addestrati per incrementare questa dote, cani allevati per altri scopi, cani a muso corto e i lupi. A tal proposito è stato approntato un test di valutazione, con 5 livelli di difficoltà, basato sull’abilità degli animali a scoprire del cibo nascosto sotto quattro scodelle.
Dal test è emerso che i cani addestrati a riconoscere gli odori sono più abili a individuare l’alimento rispetto ai cani con muso corto e a quelli addestrati per altri motivi, mentre nella prova con il più alto livello di difficoltà i lupi sono stati senza dubbio i migliori al pari dei cani addestrati a riconoscere gli odori.
La capacità olfattiva del cane è una dote che può essere quantificata ma soprattutto incrementata.
Leonardo Soregaroli
Medico Veterinario
A seguito l’abstract dell’articolo in originale e tradotto.
PLoS One. 2016 May 6;11(5):e0154087. doi: 10.1371/journal.pone.0154087. eCollection 2016.
A Test of Canine Olfactory Capacity: Comparing Various Dog Breeds and Wolves in a Natural Detection Task.
Polgár Z1, Kinnunen M1,2, Újváry D3, Miklósi Á1,4, Gácsi M4.
Author information
Abstract
Many dog breeds are bred specifically for increased performance in scent-based tasks. Whether dogs bred for this purpose have higher olfactory capacities than other dogs, or even wolves with whom they share a common ancestor, has not yet been studied. Indeed, there is no standard test for assessing canine olfactory ability. This study aimed to create a simple procedure that requires no pre-training and to use it to measure differences in olfactory capacity across four groups of canines: (1) dog breeds that have been selected for their scenting ability; (2) dog breeds that have been bred for other purposes; (3) dog breeds with exaggerated short-nosed features; and (4) hand-reared grey wolves. The procedure involved baiting a container with raw turkey meat and placing it under one of four identical ceramic pots. Subjects were led along the row of pots and were tasked with determining by olfaction alone which of them contained the bait. There were five levels of increasing difficulty determined by the number of holes on the container’s lid. A subsample of both dogs and wolves was retested to assess reliability. The results showed that breeds selected for scent work were better than both short-nosed and non-scent breeds. In the most difficult level, wolves and scenting breeds performed better than chance, while non-scenting and short-nosed breeds did not. In the retested samples wolves improved their success; however, dogs showed no change in their performances indicating that a single test may be reliable enough to assess their capacity. Overall, we revealed measurable differences between dog breeds in their olfactory abilities and suggest that the Natural Detection Task is a good foundation for developing an efficient way of quantifying them.
Un test sulla capacità olfattoria canina: comparazione tra varie razze canine e lupi in un contesto naturale
Molti cani appartenenti a razze diverse sono allevati in modo specifico per incrementare la performance olfattiva. Fino a ora non è ancora stato indagato se i cani allevati per tale finalità sono più abili nel distinguere gli odori rispetto ad altri cani o i lupi con i quali condividono comuni progenitori. Attualmente non esistono a riguardo dei test standard specifici. Lo scopo dello studio è di dare origine a una procedura semplice che non prevede un pre-training e che permette di misurare le differenze della capacità olfattiva canina tra 4 gruppi di animali:
- Cani da allevamento selezionati per la loro capacità olfattiva;
- Cani da allevamento i quali sono stati allevati per altri scopi;
- Cani di allevamento con caratteristica di naso corto;
- Lupo grigio.
La procedura consiste nel posizionare un contenitore con una miscela di carne di tacchino sotto una delle 4 scodelle di ceramica a disposizione. I soggetti sono quindi stati portati alla linea delle scodelle e lasciati liberi di individuare la scodella che nasconde il cibo. Sono stati creati inoltre 5 livelli di crescente difficoltà determinati dai numero di buchi presenti sul coperchio della scodella. Un sottocampione della tipologia dei cani e dei lupi è stato ri-testato per valutare l’affidabilità del risultato. I dati ottenuti hanno evidenziato che i cani addestrati a riconoscere gli odori sono più abili a individuare la carne rispetto ai cani con il naso corto e dei cani allevati per altri scopi. Nelle prove con il livello più alto di difficoltà, i lupi e i cani selezionati per riconoscere gli odori sono stati più abili degli altri. Nel ri-test i lupi hanno dimostrato di essere i migliori mentre i cani non hanno mostrato variazioni di performance; ciò dimostra che un test singolo può essere affidabile per individuare la capacità olfattiva degli animali. Lo studio ha quindi rilevato delle differenze misurabili tra i cani allevati per la loro abilità olfattiva facendo così supporre che la naturale capacità olfattiva è un buon punto di partenza per essere resa efficiente e per essere quantificata.